Destra o Sinistra ? Andando oltre l’accezione politica!

Si sa, qualsiasi dialogo, ad un certo punto, sfocia sempre in politica: «Io son di “destra”!!!». «Per carità! Io sono di “sinistra”!!!!». Eh sì, ma che cos’è la destra, cos’è la sinistra? Proviamo a … destreggiarci!

Oggi mi è venuta in mente un brano di Giorgio Gaber, grande cantautore ironico e acuto che etichettava i gusti in base all’ideologia: «Se la cioccolata svizzera è di destra, la Nutella è ancora di sinistra. Ma cos’è la destra, cos’è la sinistra?».

Non voglio certo tediarvi con elucubrazioni di matrice politica su questi due termini che, ancora adesso, noi usiamo, quotidianamente, nel nostro modo di parlare, con un senso distante da quello politico. Ma ci siamo mai domandati quale significato polisemantico abbiano acquisito questi due termini oggi? Proviamo pensare a queste due parole e come le usiamo quotidianamente.

Se ad esempio descrivessimo con un aggettivo, un rumore che – nel cuore della notte – ci fa sobbalzare sul letto, sbarrare gli occhi, provocandoci ansia e apprensione diremo che è “un rumore sinistro”. Ora immaginiamo di essere imbottigliati in auto nel traffico all’ora di punta, in pieno centro, e mentre siamo fermi ad un semaforo, un’auto ci tamponi. Andremmo immediatamente dall’assicurazione per sporgere la denuncia di un “sinistro”. E a proposito di incroci. Secondo il Codice della Strada la precedenza spetta a chi proviene da destra o da sinistra?

Proviamo ora a descrivere il nostro migliore amico o un collaboratore in ufficio di cui ci fidiamo ciecamente e a cui affidiamo gli incarichi più delicati. Diremo che è il mio braccio “destro”. E se – restando in ufficio – dovessimo definire un’azione fatta in barba alle norme? Sarà un tiro “mancino”.

Innegabile quindi che destra e sinistra abbiano assunto un significato che va oltre la politica e addirittura oltrepassa anche il senso di lateralizzazione che etimologicamente ha.

C’è il modo di dire “a destra e a manca”, dove per “manca” si intende “sinistra”. Che quindi “manca” di qualcosa? Ma non vorrei fossilizzarmi sul nostro amato idioma italico: usciamo fuori dai nostri confini!

Avete pronto il passaporto? Oltrepassiamo la Manica. In un college se rispondiamo bene alla domanda del nostro “teacher” sentiremo dirci «Yes, you’re right!». Infatti in inglese «right» vuol dire anche “giusto”. E anche “destra”. Right vuol dire anche “diritto” nel senso di legge, di norma. Diritti umani si traduce “human rights”. Quindi ciò che è stabilito dalla legge… sta a destra! Beh direte voi, in un paese dove in auto c’è la guida a destra, è normale che pendano a destra. E sempre nella lingua della perfida Albione come dicono invece “sinistra”? «Left», participio passato del verbo “to leave” (cioè lasciare, partire, abbandonare)! Quindi “left” = partito, lasciato, abbandonato.

Lasciamo il Regno Unito, dirigiamoci verso le bianche scogliere di Dover e riattraversiamo la Manica in direzione Calais. Rivolgiamo ora lo sguardo ai nostri cugini d’oltralpe. Come si dice in francese sinistra? Gauche che significa anche “goffo, maldestro, impacciato”. E destra? Si dice droit che indica, anche in questa lingua, il diritto inteso come legge.

Torniamo ora in aula. Sapete che fino a qualche decennio fa gli scolari che usavano la mano sinistra per scrivere venivano corretti (più o meno pacatamente!) perché quella era definita “la mano del diavolo”. Ma anche il Sommo Padre Dante ci può dare una mano, la direzione per la salvezza per porre rimedio agli errori della vita terrena viene indicata dalla “man dritta”.

Per salutare qualcuno porgi la destra o la sinistra? E destro è anche il senso orario. In ambito esoterico, il sentiero della mano sinistra è identificato con la magia nera, quello della mano destra con benevola magia bianca.

Nella lettura teosofica, la via della mano destra viene detta “via longa” è ritenuta la forma più sicura ed elevata di magia con cui innalzarsi al divino, sebbene sia più lunga e richieda tempo e costanza per essere percorsa. La via della mano sinistra (o via brevis) costituiva il percorso cosiddetto «delle acque corrosive» cioè un insieme di pratiche, anche di natura violenta, per indurre una rapida evoluzione della coscienza.

Pur trattandosi di un sentiero molto più breve e veloce rispetto a quello di destra, espone chi lo segue a svariati pericoli, anche letali, per la sua salute fisica e mentale, o per il rischio di venire sopraffatti da forze troppo grandi da gestire.

Arriviamo infine una citazione dal “libro dei libri”: la Sacra Bibbia che può illuminarci sul senso profondo di questi termini. Nel vangelo di Matteo, al capitolo XV, versetti 32 e seguenti troviamo questa esaustiva descrizione del giudizio finale: «E si raduneranno dinanzi a lui tutte le nazioni, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecorelle dai capretti: e metterà le pecorelle alla sua destra, e i capretti alla sinistra. Allora il Re dirà a quegli, che saranno alla sua destra: “venite, benedetti dal Padre mio, prendete possesso del Regno preparato a voi sin dalla fondazione del mondo” […] Poi dirà a coloro, che saranno alla sinistra: “via da me, maledetti, al fuoco eterno, che fu preparato per il diavolo, e per suoi angeli”. Questi (a sinistra!) all’eterno supplizio e i giusti (cioè a destra!) poi alla vita eterna». Chiaro no?

E con quale mano ci è stato insegnato a fare il “segno della croce”? Con la destra. Il sacerdote con quale mano benedice? Con la destra. Ed infine… sempre secondo la Sacra Scrittura, il Figlio di Dio siederà alla destra o alla sinistra del Padre?

Vabbè, io ho provato a spiegare la differenza tra destra e sinistra. Non so se ci sono riuscito ma mi sono… destreggiato!

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