La commissione Agricoltura, presieduta da Piero Maieli (Psd’Az), ha proseguito le audizioni sulla Proposta di legge n.282 sulla riforma dei Consorzi di bonifica, ascoltando associazioni di categoria ed organizzazioni sindacali, sia confederali che autonome.
Dalla maggior parte degli interventi è emersa una posizione piuttosto critica sulla nuova legge perché, di fatto, rappresenterebbe una sorta di “ritorno al passato” e, soprattutto, metterebbe la Regione ai margini del governo del settore idrico, affidandolo un ruolo di primo luogo ai Consorzi che, una diversa veste giuridica, potrebbero operare con logiche privatistiche. In un documento consegnato alla commissione da Cgil e Uil sottoscritto anche da due sigle autonome (Fesal e Clares) si ricorda fra l’altro che il sistema attuale gestito da Enas ha portato la Sardegna ad una situazione di relativa tranquillità con i bacini dei diversi territori che hanno accumulato 1.16 miliardi di metri cubi d’acqua, pari al 79% della capacità complessiva.
I rappresentanti dei Consorzi hanno contestato questa versione, sottolineando in primo luogo che il “modello sardo” è l’unico in Italia ed inoltre che la riforma nasce dalla necessità di mettere ordine nella gestione di 20.000 km di rete, abbassare sia i costi energetici che il prezzo dell’acqua, rafforzare i legami con i territori e gli Enti locali e, soprattutto, rilanciare un settore primario come l’agricoltura. Per queste ragioni, in definitiva, occorre lavorare insieme con spirito unitario.
Nel successivo dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Salvatore Corrias del Pd e Maria Laura Orrù di Alleanza Europa Verde. Nelle conclusioni, il presidente Maieli ha ringraziato per i contributi assicurando che la commissione terrà conto di ogni osservazione, senza fughe in avanti ma con la precisa volontà di arrivare ad una buona legge.