In attesa che il Consiglio regionale della Sardegna discuta e metta in votazione il collegato alla finanziaria, previsto in Aula per il mese giugno, all’interno del quale è inserita la riforma degli enti locali che istituisce sei nuove Province (Gallura, Nuoro, Oristano, Ogliastra, Medio Campidano e Sulcis Iglesiente) e due Città metropolitane (Sassari e Cagliari), prosegue in Parlamento l’iter legislativo che ne consentirà l’elezione diretta.
Il prossimo 9 giugno 2024, in concomitanza con le elezioni europee, i sardi potrebbero essere chiamati alle urne per votare ed eleggere i nuovi consiglieri provinciali e metropolitani insieme ai rispettivi Presidenti e Sindaci.
Giovedì scorso il comitato ristretto della prima Commissione del Senato ha adottato il testo base sulla riforma delle province e delle Città metropolitane che sarà sottoposto alla commissione Affari Costituzionali.
Per Marco Silvestoni, senatore di Fratelli d’Italia e primo firmatario di una proposta di legge nella scorsa legislatura per ritornare all’elezione a suffragio universale del presidente e del consiglio provinciale, “l’obiettivo è far tornare al voto le province in concomitanza con le Europee”.
Anche Luca Babudieri, coordinatore cittadino di Sassari di FDI, commenta l’esito dei lavori del Comitato ristretto presso la Commissione Affari costituzionali del Senato. “A breve verrà finalmente istituita la Città metropolitana di Sassari e ritengo fondamentale che siano i cittadini a scegliere direttamente i loro rappresentanti all’interno di un’istituzione che avrà una consistente dotazione finanziaria, con forte autonomia di spesa, per rilanciare tutto il nostro territorio del nord-ovest della Sardegna”.
Il testo in discussione in Parlamento articola la nuova disciplina in materia di funzioni fondamentali, organi di governo e sistema elettorale degli enti intermedi. Le Giunte provinciali, in base al numero di residenti e con il rispetto delle quote di genere, saranno formate da un minimo di 4 a un massimo di 8 assessori. I consigli provinciali, invece, avranno dai 20 ai 30 componenti. Per le Città metropolitane, invece, la Giunta sarà composta da un minimo di 6 ad un massimo di 8 assessori ed il consiglio sarà formato da 24 a 30 membri.
Si prevede il ballottaggio qualora nessuna coalizione o partito superi il 40% dei voti al primo turno. Sarà escluso il voto disgiunto mentre sarà possibile esprimere una doppia preferenza, purché sia di genere diverso. Le province e le Città metropolitane saranno suddivise dal Governo in collegi plurinominali con l’assegnazione di un numero di seggi non inferiore a 3 e non superiore a 8. Qualora il Governo non dovesse provvedere per tempo a disegnare i nuovi collegi, le norme transitorie prevedono che la circoscrizione elettorale venga articolata in un unico collegio, corrispondente al territorio della provincia o della città metropolitana. Per partecipare all’attribuzione dei seggi è prevista una soglia di sbarramento al 3% e alla coalizione vincente sarà attribuito il 60% dei seggi.