La fusione delle due società di gestione degli scali di Olbia (Geasar) e Alghero (Sogeaal) è stata approvata ieri ufficialmente in due distinte assemblee degli azionisti, nonostante il voto contrario della Regione Sardegna e, per Alghero, anche della Sfirs, la società finanziaria regionale.
La futura Nsa avrà come principale azionista F2i Ligantia, con il 79,25% delle quote. Il resto è suddiviso principalmente tra gli azionisti pubblici: le Camere di Commercio di Sassari (9,38%) e di Nuoro (7,89%), la Regione Sardegna (2,93%) e la Sfirs (0,36%). Per altre due volte ieri la Regione, con l’assessore dei Trasporti Antonio Moro, ha chiesto a F2i di “sospendere la deliberazione e aggiornare la riunione il 28 luglio prossimo, per poter valutare approfonditamente tutta la documentazione”, sottolineando lo stop imposto dall’Enac che aveva accolto le perplessità e sospeso il parere positivo già inviato sul progetto. Una richiesta respinta ma che ha trovato comunque un parziale accoglimento nella scelta dell’azionista di maggioranza “in segno di piena collaborazione”, di prorogare a 120 giorni il termine minimo di 60 di legge prima di dar corso alla fusione arrivando così a fine settembre.
Il no della Regione ruota intorno alla quota che all’esito dell’operazione le resterà in capo come azionista della Nsa: per il governatore Solinas e per il suo assessore troppo esigua per poter incidere sulle strategie dei trasporti di un’isola come la Sardegna oltre che “per nulla rappresentativa del concreto e fattivo contributo che l’amministrazione assicura a tutte le società aeroportuali finanziando gli investimenti e sottoscrivendo contratti di pubblicità”. Ma F2i non arretra e come aveva già evidenziato a tutte le parti, ribadisce che il 20,56% delle azioni sarà detenuto dagli azionisti pubblici insieme e che ciò è sufficiente a “chiarire la posizione” anche nei confronti dell’Enac.
“La normativa – spiega l’azionista di maggioranza – dispone che la partecipazione al capitale delle società di gestione aeroportuale detenuta dai soci pubblici nel loro complesso (e non da un singolo) debba essere pari almeno al 10% del capitale”. Un passo verso la Regione il fondo – partecipato da Cassa Depositi e prestiti e da diverse Fondazioni bancarie tra cui la Fondazione di Sardegna – lo ha fatto impegnandosi nelle due assemblee ad approvare, dopo la fusione, una modifica statutaria per consentire singolarmente a ciascuno dei soci pubblici con almeno il 2,5% del capitale di Nsa, di chiedere la convocazione dell’assemblea.
A tentare di mediare tra le due posizioni e con il ministero guidato dal vicepremier Matteo Salvini è sempre stato il deputato e presidente della commissione Trasporti di Montecitorio, Salvatore Deidda: “L’auspicio è che da domani – commenta il parlamentare sardo – si crei un tavolo di confronto permanente tra le parti per discutere esclusivamente della fusione. Per quanto riguarda la rete regionale degli scali si discuterà in altri tavoli, il piano nazionale degli aeroporti, oggi, è solo una bozza”. (Ansa)