Sarà celebrata nella cappella al settimo piano dell’ospedale civile la trentunesima ricorrenza della Giornata mondiale del malato. L’incontro con i fedeli, organizzato dai cappellani dell’Aou di Sassari, è previsto per l’11 febbraio alle ore 17.
Nella cappella del Santissima Annunziata, a celebrare la funzione religiosa sarà monsignor Antonio Tamponi, vicario generale dell’arcivescovo di Sassari, assieme ai cappellani dell’Aou di Sassari, don Piero Bussu, don Virgilio Businco e padre Eugenio Pesenti.
La giornata venne istituita per la prima volta il 13 maggio 1992 da Papa Giovanni Paolo II che decise di estendere a tutta la Comunità ecclesiale un’iniziativa che in alcuni Paesi e regioni aveva «dato frutti pastorali preziosi».
Quest’anno, Papa Francesco nel messaggio, scritto in occasione della giornata mondiale del malato, sottolinea come la malattia faccia «parte della nostra esperienza umana. Ma essa può diventare disumana se è vissuta nell’isolamento e nell’abbandono, se non è accompagnata dalla cura e dalla compassione».
Il Santo Padre ricorda quindi che la Giornata mondiale del malato «non invita soltanto alla preghiera e alla prossimità verso i sofferenti; essa, nello stesso tempo, mira a sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie e la società civile a un nuovo modo di avanzare insieme».
«Gli anni della pandemia – si legge ancora nel messaggio del Papa – hanno aumentato il nostro senso di gratitudine per chi opera ogni giorno per la salute e la ricerca. Ma da una così grande tragedia collettiva non basta uscire onorando degli eroi. Il Covid-19 ha messo a dura prova questa grande rete di competenze e di solidarietà e ha mostrato i limiti strutturali dei sistemi di welfare esistenti. Occorre pertanto che alla gratitudine corrisponda il ricercare attivamente, in ogni Paese, le strategie e le risorse perché ad ogni essere umano sia garantito l’accesso alle cure e il diritto fondamentale alla salute».
La ricorrenza cade anche nei 165 anni dell’apparizione della vergine Immacolata Concezione alla quattordicenne Bernadette Soubirous che si era recata alla grotta di Massabielle, a Lourdes, per raccogliere della legna. E proprio in quella grotta, dove sgorgò miracolosamente una fonte, apparvero i primi prodigi, con la guarigione di alcuni malati.