Continua lo stato di agitazione dei dipendenti non giornalisti Rai, che continuerà fino al 10 novembre. È stato indetto da tutte le sigle sindacali, Uilcom Uil, Slc Cgil, Fistel Cisl, Ugl, Snater e Libersind
I dipendenti chiedono che l’azienda assuma nuovo personale, in quanto la messa in onda è stata garantita fino a ora grazie a molteplici ore di straordinario dei lavoratori.
“Negli ultimi anni abbiamo più volte richiesto alla direzione aziendale un ripristino dell’organico sia nella sede Rai di Sassari che in quella di Cagliari – afferma Marianna Stara, Segreteria regionale Uilcom – Ad oggi la mancanza di questo personale, necessario per la messa in onda dell’informazione delle trasmissioni in lingua sarda e della programmazione in generale è stata garantita solo dall’abnegazione e dallo sforzo profuso dai dipendenti in termini di straordinari e mancato godimento di ferie e riposi. Tutto ciò non è più accettabile, chiediamo pertanto alla direzione territoriale e al coordinamento sedi di garantire alla Sardegna nuove assunzioni”.
“La criticità maggiore – aggiunge Stara – è rappresentata dal territorio di Sassari dove sono rimasti solo tre addetti alla produzione su quattro previsti in organico, quindi mancherebbe il 25% della forza lavoro. Per coprire queste esigenze spesso da Cagliari viene inviato personale a Sassari, creando problematiche nel territorio cagliaritano”.
Anche Michele Pais, presidente del consiglio regionale è intervenuto sulla vicenda, esprimendo piena solidarietà ai lavoratori sfruttati: “Lo stato di agitazione proclamato dal personale non giornalistico della Rai della Sardegna, con il conseguente blocco di alcune edizioni dei tg e dei radiogiornali, è un segnale preoccupante che non può essere sottovalutato”.
Il Presidente Pais ricorda all’azienda il ruolo determinante che ha l’informazione del servizio pubblico in tutta l’isola e auspica che la vertenza sia risolta nel più breve tempo possibile.
Franco Mula, capogruppo del Psd’Az in Consiglio regionale, ha richiesto l’intervento dell’azienda per “avviare subito una trattativa con i sindacati per una composizione della vertenza che produca l’immediato ripristino del diritto dei sardi ad ad usufruire del servizio pubblico radiotelevisivo”.