Intervista a Giorgia Vaccaro, assessore allo sviluppo economico di Alghero
Dopo la guida del centrosinistra con Mario Bruno, con le elezioni estive Alghero ha deciso di cambiare e di dar fiducia al candidato del centrodestra Conoci.
Abbiamo intervistato Giorgia Vaccaro, a cui è stato affidato uno degli assessorati chiave per il rilancio promesso della città.
Assessore Vaccaro, può già tracciarci un bilancio di questi primi tre mesi di attività amministrativa?
Iniziare ad amministrare una città turistica da Luglio, cioè a estate già inoltrata, non è stato semplicissimo, ci siamo ritrovati molte cose da fare, addirittura neanche avviate dalla precedente amministrazione e può immaginare il disagio conseguente
Come la Fiera di Calella
Esatto, la 39esima edizione della fiera di Calella, era incentrata sulla città di Alghero e nonostante la precedente amministrazione targata Mario Bruno, fosse stata contattata nel mese di Marzo, al 15 Luglio (giorno del mio insediamento), non aveva organizzato nulla. È stato un bel battesimo del fuoco.
Ha ereditato altre criticità dalla precedente amministrazione?
La promozione del territorio, attraverso il mio assessorato, risulta particolarmente difficoltosa se l’amministrazione eredita a Giugno un bilancio come quello della Fondazione Alghero, irrisorio e inadeguato alle necessità della nostra città, neanche 200mila euro, che dovrebbero coprire un arco di tempo che va da Giugno a Dicembre.
Quali sono le prossime iniziative del suo assessorato?
Per il momento sto mettendo mano a vari regolamenti, tra questi in primis, quello dei mercati civici e su aree pubbliche, regolamenti obsoleti che contendono addirittura norme abrogate da anni. L’obiettivo è renderli attuali e facilmente fruibili dagli operatori interessati.
Un commento a caldo sulle elezioni in Umbria?
Tanto entusiasmo perché la Lega continua a crescere su tutto il territorio nazionale, il 37% in Umbria ha premiato la nostra politica del fare, dello stare tra la gente e del lavorare nel territorio per il territorio. Al contrario delle forze che ci si oppongono, ormai chiuse nei palazzi del potere lontano dai reali problemi della gente.