Il Long Covid continua a perseguitare anche dopo la guarigione tra il 10 e il 20% dei pazienti sardi. Si torna a bussare alle porte degli ospedali anche per i problemi legati ai postumi del virus. E la sanità continua a mostrare i problemi di sempre: carenza di posti letto, difficoltà organizzative. E conciliare i percorsi dei pazienti Covid con quelli non Covid. Lo denuncia Fadoi, la Federazione dei medici internisti ospedalieri durante il suo Congresso in corso a Roma.
In Sardegna – secondo il rapporto – il Long Covid colpisce oltre un paziente su dieci. I sintomi più diffusi restano quello della stanchezza cronica e difficoltà respiratoria. L’età media dei casi è tra i 30 e i 60 anni. Da notare – spiega Fado i- come con la variante Omicron è rimasta sostanzialmente invariata la percentuale di pazienti Long Covid mentre è lievemente cresciuta la recrudescenza di alcune malattie infettive rispetto al pre pandemia.
“È in corso una riconversione – spiega Carlo Usai, presidente regionale Fadoi e dirigente medico della U.O.C. di Medicina dell’ospedale di Sassari – dei reparti Covid in reparti non-Covid, sono tutt’ora carenti i posti letto in area medica per i pazienti non-Covid; la prospettiva attuale è quella di recuperare le prestazioni perse nel periodo invernale fra ricoveri e prestazioni ambulatoriali, eventuale rimodulazione dei posti letto Covid in caso di nuove recrudescenze nel periodo autunnale”.