“Vogliamo valorizzare gli elementi tipici della nostra storia anche nel settore dell’edilizia e le costruzioni in terra cruda rappresentano una tradizione tipicamente sarda, soprattutto nella zona del Campidano. L’identità e la storia millenaria sono elementi essenziali per far conoscere e far apprezzare la Sardegna, rappresentando un enorme patrimonio da tutelare in qualsiasi settore della vita sociale ed economica”. Lo ha detto l’assessore dell’urbanistica, Quirico Sanna, presentando la manifestazione “Viaggio nella terra cruda”, che, oltre a festeggiare il ventennale dell’associazione delle città sarde caratterizzate dagli insediamenti in terra cruda, ha organizzato due eventi, a Serrenti (29 aprile) e Samassi (30 aprile), che affronteranno “il contributo dell’architettura di terra cruda alla transizione ecologica” e “il ruolo della rete internazionale delle Città della terra cruda”. Dal 28 aprile al 1 maggio, nei comuni di Ussaramanna, Serrenti, Solarussa, Nurachi, Samassi, Samatzai e Settimo San Pietro, sarà realizzato un itinerario turistico culturale delle case di terra.
“Le abitazioni in terra cruda sono componenti tipiche del paesaggio sardo, ne caratterizzano il territorio e possono essere anche un’ottima base di bioedilizia nell’ottica di uno sviluppo sostenibile – ha aggiunto l’assessore Sanna – Oltre a tutelare, recuperare e utilizzare gli edifici in terra cruda, l’obiettivo è anche quello di promuovere il riuso di questo materiale tradizionale nell’edilizia odierna, tenendo conto, ovviamente, anche delle nuove tecnologie di bioedilizia. Per valorizzare l’architettura tradizionale, la Regione intende sviluppare progetti di formazione che possano ricostruire questa filiera edilizia, riscoprendo un materiale che negli scorsi decenni è stato erroneamente considerato superato, vecchio e malsano”.