Un focolaio di Covid-19 è stato individuato e immediatamente isolato nella notte tra sabato e domenica nella Clinica Chirurgica dell’Aou di Sassari. A seguito di un tampone molecolare positivo su paziente prossimo all’intervento chirurgico programmato per la giornata di lunedì, il reparto ha immediatamente sottoposto a tampone tutti i pazienti ricoverati e tutto il personale in servizio.
Sono stati così individuati in totale 7 pazienti positivi alla variante Delta. Allo stato attuale, inoltre, tra tutti gli operatori sottoposti a tampone (65), medici, specializzandi, infermieri e oss – tutti con terza dose di vaccino – è risultato positivo al test molecolare un solo operatore. Il personale sarà sottoposto a tampone ogni 48 ore per otto giorni, il tempo necessario per completare il periodo di possibile replicazione virale.
I rigidi protocolli in atto all’interno delle strutture Aou hanno quindi consentito di individuare i pazienti che, negativi al tampone in ingresso, si positivizzano alcuni giorni dopo in ospedale. Si tratta di controlli serrati che consentono di individuare anche le positività tra i soggetti vaccinati che spesso sono asintomatici o con sintomi lievi.
Al momento il reparto resta attivo ma non vengono effettuati nuovi ricoveri.
Quattro pazienti positivi sono già stati trasferiti nella struttura di Malattie infettive mentre gli altri, isolati in stanze singole, per il momento possono restare nella Clinica di Palazzo Clemente.
«Abbiamo individuato subito questi pazienti – afferma il direttore della Clinica di Chirurgia, professor Alberto Porcu – e di questi 4 sono asintomatici mentre 3 hanno sintomi lievi. Si tratta di pazienti che hanno effettuato la seconda dose di vaccino. In reparto vengono rispettate rigorosamente tutte le regole previste per la prevenzione del Covid. Tutti i pazienti accedono alla struttura con il green pass e tampone molecolare negativo. Per le visite viene seguito il regolamento vigente e si accede soltanto con green pass, e i visitatori rispettano il distanziamento e l’utilizzo delle mascherine».
«L’esistenza di questi protocolli – spiega la direzione strategica – consente di individuare questo tipo di cluster e isolarli immediatamente. Si tratta di procedure necessarie, vista l’imprevedibilità di un virus a trasmissione aerea come questo, che impone un’attenzione continua. Il fatto, poi, che i tamponi successivi al ricovero vengano svolti sui pazienti, in particolare quelli che devono effettuare un intervento chirurgico, è un elemento di sicurezza nei riguardi di pazienti e operatori».