Grossa perdita per la Sardegna
La notizia era nell’aria già da due mesi, ma ieri è arrivata la conferma ufficialmente dell’espulsione del parco geominerario della Sardegna dalla Rete Mondiale dei Geoparchi.
Un danno enorme, che porta alla luce tutta una serie di errori che si sono susseguiti nel tempo, partendo dalla gestione fallimentare del Geoparco.
Un patrimonio di inestimabile valore che viene declassato, con una conseguente perdita turistica nei quasi 4mila km quadri e gli 81 comuni compresi nel geoparco.
Nonostante i segnali erano già preoccupanti da tempo, gli avvisi fatti da enti e politici, il risultato dell’ispezione delle due commissarie UNESCO a fine luglio, niente è cambiato. È stata proprio quell’ispezione a dare il colpo definitivo al parco, perché oltre le carenze, anche il dialogo è stato frammentato, perché la traduttrice era in malattia e le discussioni sono state molto limitate, soprattutto negli argomenti più tecnici.
Qualche settimana prima dell’ispezione, il gruppo consiliare regionale della Lega aveva presentato un’interpellanza proprio per mettere sotto esame la criticità della situazione intorno al geoparco.
I due cartellini gialli ricevuti hanno portato al rosso di ieri, decretando l’espulsione. Affranti il presidente del Parco, Tarcisio Agus, e il direttore Ciro Pignatelli, che lamentano l’esser stati abbandonati a gestire una rete molto complessa e di difficile controllo, per via della frammentazione delle aree interessate al geoparco.