È una patologia che riguarda la “terza fase della maturità” della donna, cioè dopo i 60 anni, ma può insorgere anche in età fertile. L’obesità, l’ereditarietà, malattie neurologiche e il prolasso genitale sono tra i vari fattori che possono determinare e aumentare il fenomeno. L’incontinenza urinaria femminile interessa il 25 per cento delle donne nell’arco della loro vita, aumenta con l’aumentare dell’età e colpisce sino al 60 per cento delle donne in post-menopausa.
Per questo l’Aou di Sassari, con l’ambulatorio di “Uroginecologia e diagnosi e cura delle disfunzioni del pavimento pelvico femminile” della Clinica Ostetrica e Ginecologica, per lunedì 28 giugno, dalle 9 alle 14, sarà a disposizione delle donne per una serie di visite gratuite finalizzate alla diagnosi e cura di questa patologia.
L’occasione sarà data dalla XVI Giornata nazionale per la prevenzione e la cura dell’incontinenza organizzata dalla Federazione nazionale incontinenti e disfunzioni del pavimento pelvico (Fincopp) e patrocinata dal Ministero della Salute.
«È una patologia che altera la qualità della vita – afferma il direttore della Clinica Ostetrica e Ginecologica dell’Aou di Sassari, professor Salvatore Dessole – e che ha importanti costi per la società per disabilità associate e assenze dal posto di lavoro. Questa patologia intacca la qualità di vita, mentre noi vorremmo che si invecchiasse sempre di più e bene». Da qui la necessità di un inquadramento diagnostico-terapeutico della malattia, con i percorsi diagnostici terapeutici assistenziali mirati alla cura dell’incontinenza urinaria femminile.
Si tratta quindi di una patologia invalidante dal punto di vista della vita di relazione, con risvolti psicologici. Una malattia di cui non si conosce bene ancora l’incidenza, con un range che oscilla tra il 5 e il 65 per cento della popolazione femminile. «Una malattia silenziosa e le donne si rifiutano di parlarne ma che, se non curata in tempo, peggiora progressivamente», conclude professor Dessole.
Spesso in molte donne, quindi, c’è anche un vissuto di solitudine, di tristezza che può sfociare anche in una depressione. «È chiaro che prevenire queste malattie e curarle in tempo – afferma il professor Giampiero Capobianco, responsabile scientifico del Master di I livello dell’Università di Sassari in Rieducazione e riabilitazione del pavimento pelvico femminile – deve essere l’obiettivo di una moderna società che vuole assicurare una vita più lunga e una buona qualità di vita».
Le terapie dell’incontinenza urinaria vanno da quella riabilitativa e medica, fino all’approccio chirurgico mininvasivo, alla luce anche dei dati provenienti dalle nuove pubblicazioni scientifiche. «Sono eseguite da anni presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica – aggiunge Capobianco – le nuove terapie chirurgiche mininvasive dell’incontinenza urinaria da sforzo».
PRENOTAZIONE VISITE. Le visite, che si svolgeranno nell’ambulatorio al quarto piano di viale San Pietro numero 12, saranno svolte dalla dottoressa Antonella Pischedda, esperta in diagnosi e cura dell’incontinenza urinaria femminile e della terapia riabilitativa del pavimento pelvico femminile.
Per prenotarsi per una visita gratuita, a partire da oggi le donne potranno chiamare dalle 9 alle 13 allo 079 22.82.61.