Quindici casi di tamponi Covid+ sospetti che, sottoposti a esame, hanno mostrato una reazione diversa da quella tipica della variante inglese e, per questo motivo, sono stati sottoposti a sequenziamento per una loro identificazione. I risultati saranno disponibili entro una decina di giorni. È quanto sta facendo in questi giorni il laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Aou di Sassari che prosegue così l’attività di monitoraggio delle varianti Sars CoV-2 nel Nord Sardegna.
Un primo sequenziamento è già stato eseguito in collaborazione con l’Aou di Cagliari e ha dimostrato, in un paziente in quarantena nel Nord Sardegna e appartenente a un cluster epidemico, la presenza di un coronavirus (VOC B.1.617.2) variante Delta, nota anche come variante indiana. La sequenza è stata depositata nella banca dati internazionale Gisaid e dallo studio comparativo filogenetico delle sequenze è risultata essere molto simile a 3 sequenze virali che circolano in Inghilterra, a 6 in Germania e 12 nel Lazio.
La struttura diretta dal professor Salvatore Rubino il 22 giugno parteciperà alla giornata di “sorveglianza nazionale” che viene indetta mensilmente dall’Istituto superiore di Sanità per valutare l’incidenza delle varianti in tutto il territorio. «Com’è noto – afferma il docente sassarese – a oggi la variante inglese è la predominante. Nelle ultime settimane, tuttavia, abbiamo assistito in pre-screening alla comparsa di una variante che non era né inglese, né brasiliana, né sudafricana. È preoccupante, allora, il fatto che compaiano nuove varianti, come la Delta che si diffonde molto velocemente, nonostante vi sia un decremento dei casi positivi e la riduzione dell’incidenza in tutto il territorio nazionale. È quindi indispensabile continuare nella sorveglianza per circoscrivere immediatamente i focolai con le nuove varianti».
Il laboratorio dell’Aou, che è centro di riferimento regionale Covid-19 per il Nord Sardegna, inoltre, è pronto a partecipare assieme all’Igiene pubblica dell’Ats al piano operativo per il monitoraggio del rischio epidemiologico predisposto dalla Centrale operativa regionale (Cors.Sa). «Il nostro coinvolgimento – conclude Rubino – si inserisce all’interno dell’obiettivo regionale di analizzare, mediante metodiche molecolari RT-PCR, circa 2500 campioni giornalieri. Questi numeri ci consentirebbero di rimanere nella zona bianca, come indicato dalle linee ministeriali, a prescindere dal numero dei positivi».
«Anche in questo caso – afferma il commissario dell’Aou Antonio Lorenzo Spano – la nostra azienda si pone da protagonista nella lotta al Covid. Questa è una fase delicata che deve avere la massima attenzione da parte di tutti, perché i piccoli focolai attivi richiedono interventi rapidi per essere spenti. Noi continuiamo a fare la nostra parte anche con i vaccini e contribuire a dare un supporto per arrivare il prima possibile all’immunizzazione generale».