Vent’anni di reclusione ciascuno per duplice omicidio volontario. È la richiesta di condanna sollecitata oggi dal pubblico ministero Gaetano Porcu nei confronti degli imputati, padre, di 53 anni, e figlio, di 28, sotto processo a Cagliari con rito abbreviato per la morte di due allevatori calabresi, i fratelli Massimiliano e Davide Mirabello, di 35 e 40 anni, uccisi il 9 febbraio dello scorso anno nelle campagna di Dolianova.
Il magistrato dell’accusa ha parlato per quasi tre ore e mezzo davanti al giudice Giorgio Altieri, chiudendo la requisitoria con la richiesta di 20 anni di carcere per ciascuno dei due imputati. Il pm ha anche sollecitato una condanna a 2 anni e 8 mesi per un 43enne di Dolianova, accusato di favoreggiamento per un coltello ritrovato nei pressi del luogo del delitto. Dopo il duplice omicidio, gli accusati avrebbero gettato i corpi dei due fratelli nella macchia mediterranea, alla mercé dei cinghiali. Il movente, secondo il pubblico ministero, sarebbe da ricercare nelle liti continue per questioni di pascolo e nella tensione che, nel tempo, si era accumulata tra le due famiglie.
In aula oggi era presente solo il più giovane dei due imputati, difesi dagli avvocati Maria Grazia Monni, Patrizio Rovelli e Fabrizio Rubiu. Conclusa la requisitoria del pm, hanno parlato alcuni degli avvocati di parte civile, nominati dai familiari dei due allevatori calabresi uccisi che si erano trasferiti a Dolianova. Oltre alle arringhe dei legali Salvatore Sorbilli e Gianfranco Piscitelli, c’è stata anche quella dell’avvocato Antonello Spada che tutela l’associazione Penelope: per un mese i suoi iscritti avevano cercato i due fratelli quando risultavano scomparsi, prima che i corpi venissero ritrovati a seguito della confessione di Joselito Marras che si è accollato l’intera responsabilità del duplice delitto. Martedì 22 giugno chiuderanno le parti civili e parleranno i difensori, tra i quali Gianfranco Trullu e Doriana Perra che assistono il 43enne accusato di favoreggiamento. (ANSA)