Non solo il 25 novembre, ma tutti i giorni, rimanga viva l’attenzione sui diritti delle donne. Nella “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne 2020” la Commissione Regionale per le Pari Opportunità ribadisce il suo impegno contro la violenza e le discriminazioni di genere, ed esprimere la sua vicinanza a tutte le vittime.
Una condizione radicata nel mondo, che ancora, nel terzo millennio causa un numero impressionante di vittime, impedisce lo sviluppo sociale e frena il progresso verso la parità di genere. Un odio di cui la donna è vittima, che oggi si riflette e si amplifica sul web, specchio della società. Un odio che bisogna riconoscere per reagire.
I numeri sono implacabili. Sono oltre 6 milioni le donne che hanno subito, nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica, psichica o verbale, di cui più di 1 milione è stata stuprata. La Sardegna non fa eccezione in questo quadro, se solo si pensa che è seconda in Italia per numero di femminicidi. Il divario di genere è drammaticamente a svantaggio delle donne. Oltre 2 milioni di donne vivono sotto la soglia della povertà, 2/3 sono escluse dal mondo del lavoro. E più di 400 mila donne hanno subito molestie sul posto di lavoro, ossia il 9% delle lavoratrici. Un fenomeno che si è aggravato con il lockdown, mettendo in luce tutta la sua drammaticità. Ancora una volta sono le donne le più vulnerabili. Il disagio economico, infatti, si riflette anche sulle possibilità di uscire dal circuito della violenza.
La pandemia non ha fermato l’azione della IX Commissione Regionale per la Realizzazione della Parità tra Uomini e Donne, insediatasi da poco più di due mesi presso la Presidenza della Giunta della Regione, e costantemente impegnata nel rimuovere quegli ostacoli che impediscono la piena espressione della libertà delle donne.
Tra le azioni volte al contrasto e alla prevenzione della violenza sulle donne, la priorità è la promozione di politiche innovative con un’ottica di genere. Il sostegno agli strumenti di sostegno al reddito, il rafforzamento dei centri antiviolenza, la garanzia di alloggi sicuri per le vittime di violenza, e il potenziamento dei servizi territoriali.
Senza dimenticare la prevenzione, che deve iniziare dalla scuola, attraverso l’avvio di progetti educativi sulla parità di genere e l’educazione affettiva per promuovere il cosiddetto empowerment femminile, ossia il processo di crescita e di fiducia delle donne nelle proprie capacità.
L’impegno della Commissione è stato e sarà focalizzato sulla costruzione di una responsabilità collettiva, necessaria per sradicare un fenomeno che è strutturale, frutto di una società patriarcale e misogina. Alla ricerca di una svolta radicale, politica e culturale.