“Centinaia di capi di bestiame rischiano di morire di stenti, in molte zone della Sardegna e in tutta Italia, perché gli allevatori in quarantena o in isolamento obbligatorio da DPCM a causa del Covid-19 non possono recarsi nelle proprie aziende per accudirli”. Lo denuncia Eugenio Zoffili, deputato e coordinatore regionale della Lega Sardegna, Presidente della bicamerale Shengen, Europol e Immigrazione.
“Raccolgo – aggiunge – con preoccupazione il disperato appello dei pastori del Nuorese e delle loro associazioni di categoria, che denunciano come ogni giorno che passa la situazione diventi sempre più drammatica perché chi lavora nelle campagne non conosce ferie, feste o riposo ed essere costretto a rimanere a casa, pur non avendo sintomi, mette a rischio la sopravvivenza di un numero elevatissimo di bovini, pecore, capre, suini, polli e altro”.
“Ritengo inammissibile – prosegue – che il governo, nonostante l’esperienza del lockdown, non abbia pensato a loro. A tutti gli allevatori dev’essere concesso un permesso speciale, finalizzato a poter nutrire, dissetare, mungere e far procreare gli animali. Nella medesima condizione si trovano anche gli agricoltori, impossibilitati a recarsi nei propri fondi per svolgere le pratiche agricole, in quanto anche le coltivazioni hanno bisogno della medesima cura al pari degli animali.
“Con i colleghi deputati leghisti della commissione agricoltura e con il Capo Dipartimento benessere animale della Lega, Filippo Maturi, ho presentato come primo firmatario un’interrogazione al Ministro della Salute Roberto Speranza, al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova, al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per sapere se intendano condannare a morte centinaia di animali e mettere in ginocchio una parte fondamentale della filiera agricola nazionale o se abbiano invece intenzione di prevedere misure volte a permettere agli allevatori ed agricoltori che si trovano in questa situazione di potersi recare presso le proprie aziende per la cura degli animali e dei campi, ovviamente rispettando tutte le precauzioni dovute dalla situazione emergenziale”.